Recensioni (a modo mio)

Tutto chiede salvezza – Daniele Mencarelli

Tutto chiede salvezza” ci fa cadere in quel tombino desolato e buio, ma ci riporta anche a galla.

La trama: Tutto chiede salvezza

Tutto chiede salvezza”, scritto da Daniele Mencarelli ed edito da Mondadori, racchiude un periodo della vita dello stesso scrittore, in cui viene ricoverato per un TSO, a causa di uno scatto d’ira, dovuto, anche, dagli stupefacenti. 

In questo periodo di TSO, Daniele conosce i suoi compagni di stanza e si affaccia sui suoi lati più oscuri, senza tralasciare mai tutto l’amore che prova nei confronti della sua famiglia. 

La trama cambia un po’ nella serie Netflix: Daniele, in quest’ultima, incontra una sua vecchia conoscenza di scuola, per cui era perdutamente innamorato, e scatta la voglia di scoprire come mai anche lei è lì ad affrontare i suoi demoni. 

Recensione: Tutto chiede salvezza

Sono confusa. 

Andiamo per gradi e cominciamo parlando prima del libro. 

Tutto chiede salvezza”, il libro, l’ho amato. 

L’ho amato perché lo scrittore si mette a nudo, mostrando che la vita a volte può farci giocate troppe basse, che facciamo fatica a parare. 

Si è mostrato umano, Mencarelli, sia nel modo di scrivere, vero, morbido, sentito, che nella narrazione di ciò che gli è successo. 

Rivela che al mondo non si è mai soli e che, alla fine dei conti, ognuno di noi ha i propri mostri, anche se non ne parliamo, soprattutto se non lo facciamo. 

Ci si inventano mille alternative di svago, ma le cose stanno in poco posto, quando senti dentro di te un vuoto difficile da gestire, ti rimangono poche cose da fare per risolverlo. 

Per capirci, è come se tu camminando sulla tua bella strada fatta di scelte, incontrassi un tombino. Quel tombino ha il colore della tua strada e si ripete a ogni angolo girato: a volte riesci a evitarlo, perché lo vedi, cambi rotta, a volte ci cadi e ti mangia, ti divora, ti mastica. 

La malattia mentale è qualcosa da cui è difficile separarsi e qualcosa per cui è difficile lottare. 

“Parlatene con qualcuno”, sì, ma poi appena inizi a farlo, inizi a lasciare che il marcio dentro di te esca, le persone generalmente ti guardano stranite, non capiscono, sottovalutano “Tutti, alla fine, hanno giornate no”. Non è questo, è molto di più.

Mencarelli in “Tutto chiede salvezza” lascia che si liberi ciò che per anni ha tenuto lì o ha raccontato solo alle sue persone. 

Ci mostra che va bene, non è atipico. 

Ci mostra che le cose a volte sono difficili, ma che solo noi possiamo sapere quanto e come fare per venirne a capo.

Ci mostra che a volte ci sono persone che la vita la vedono in full HD, ma questo non deve essere una colpa. 

Noi siamo infinitamente fragili e parla, in fondo, proprio di questo Mencarelli in “Tutto chiede salvezza”: bicchieri di cristallo, creta tra le mani. 

I personaggi di “Tutto chiede salvezza” sono stati descritti in maniera esaustiva e magnifica: Gianluca, con il suo bipolarismo e il suo orientamento sessuale, che deve affrontare dei genitori che non lo lasciano essere come lui vuole; Giorgio e il suo trauma per una mamma morta troppo presto e vista troppo poco; Alessandro, incastrato in un corpo andato in down; Madonnina, che invoca sempre la Madonna e non si sa bene come si chiami; e Mario, credo il personaggio che ho amato più di tutti, un professore in pensione, che rimane alla finestra, per vedere tutta la bellezza che il mondo gli concede di vedere, come il suo uccellino, e che tiene sempre ordinato perché “sono troppo disordinato dentro, per permettermi di esserlo anche fuori”. 

Personaggi veri, che rimangono con te anche dopo che hai chiuso il libro. 

Ci rimani, in questo libro. Ci vivi, in questo libro. 

Nel libro, come nella serie Netflix, che è stata molto dettagliata e si è avvicinata molto al libro, con attori italiani simbolici. 

La cosa che mi ha resa confusa, e devo dirlo, un po’ incazzata, è stata questa necessità di romanticizzarlo per forza, quando nel libro non c’è stata nessuna storia d’amore con un’altra persona, ma solo con se stessi. 

Come se non potesse essere visto senza storia d’amore, che per amor del cielo, bella, ma a questo punto vi dico non guardate la serie, senza aver letto il libro. 

La serie di “Tutto chiede salvezza” è romanzata, il libro no. 

Un’altra cosa che mi ha dato un po’ da fare, e parlo solo per un concetto di veridicità della storia, è che (ATTENZIONE SPOILER, QUINDI SE NON VOLETE LEGGERLO, FERMATEVI QUA) Mario nel libro, dopo che vola giù dalla finestra, riesce a sopravvivere, mentre nella serie muore. 

Insomma, a parte questi due dettagli che mi hanno lasciata confusa e un po’ amareggiata, mi sono piaciuti entrambi e li ho divorati, volendo sapere tutto della vita di Mencarelli e della sua scrittura così potente e reale, così presente e contagiosa.

Conclusione

Se rivedrei “Tutto chiede salvezza” la serie e il libro? 

Francamente, la serie la sto già rivedendo per la seconda volta, quindi sì.