Recensioni (a modo mio)

L’inferno invisibile – Luca Martini

L’inferno invisibile” sarà il romanzo che andrò a recensire qua di seguito. Se siete allergici alle diversità, se urtano la vostra sensibilità, questa recensione non fa per voi.

Il romanzo: L’inferno invisibile

L’inferno invisibile” è stato scritto da Luca Martini, edito da Golem Edizioni, di 237 pagine, e racconta di una storia tormentata: lui, il dottor Alessandro, innamorato da sempre di lei, del suo neo e del suo nome, si immerge in un’ossessione malata e vitale; lei, la ballerina Sarah, dai tratti borderline, con continui cambi di umore e una continua ricerca di amore, si perde in una vita fatta di infelicità. 

Cos’hanno in comune questi due? 

Un amore sofferto, un’anima perduta per sempre, un cuore a metà una casa, un disco e la voglia di sentirsi al sicuro, di non avere più paura. 

Lui con alle spalle una madre troppo fredda e severa, che ricerca lo stesso tipo di rapporto, qualcuna che non lo ami e lo respinga e la voglia, assoluta, di essere lei. 

Lei con il buio oltre la nebbia. 

Si troveranno mai? 

L’inferno invisibile” ha una lettura scorrevole e storia gestita bene, nonostante la particolarità.

L’autore: Luca Martini

Luca Martini, nato nel 1971, di Bologna. Ha scritto diversi libri, tra cui “Il tuo cuore è una scopa” (Tombolini Editore, 2014), le raccolte di racconti “L’amore non c’entra” (La Gru, 2015), “Manuale di sopravvivenza per bambini invisibili” (Pequod, 2018). 

Ha curato diversi testi e il suo ultimo romanzo, oltre a “L’inferno invisibile”, è “Mio padre era comunista” (Morellini, 2019).

I personaggi

I personaggi principali de “L’infinito invisibile” sono estremamente psicologici e al tempo stesso anche estremamente fragili: da una parte abbiamo Alessandro, ossessionato dall’amore e dalle donne della sua vita, Emma e Sarah, a causa del non amore ricevuto da sua madre; dall’altra parte abbiamo, invece, Sarah, che rincorre quella infelicità che la farà sentire sempre un po’ in bilico tra la vita e la “morte”, con quei suoi continui cambi di umore nel respingere probabilmente l’unico uomo che voglia realmente prendersi cura di lei. 

Due personaggi singolari, ne “L’inferno invisibile“, che si rincorrono, si assomigliano, si respingono e si amano, in un modo del tutto malato. 

Nel mezzo, invece, troviamo Patrizia, innamorata da sempre di Alessandro, ma mai lontanamente presa in considerazione: questo non le impedirà di aiutare quest’ultimo in ogni suo piano o ogni suo malessere (se non l’avete capito, io facevo il tifo per lei); e ancora, troviamo Guido, amante di Sarah, ma sposato e con famiglia, che non sa cosa vuole e passa da un confine all’altro, senza mai prendere una decisione (o forse si?); ma più importante, oltre alla madre di Alessandro, incapace di provare sentimenti verso suo figlio, abbiamo una Sara bambina, avete capito bene, e quel neo, che faranno sentire ad Alessandro di aver finalmente chiuso il cerchio della vita.

L’inferno invisibile: la mia opinione

Finalmente una storia, all’interno de “L’inferno invisibile” non banale e scontata, con un finale che era tra le svariate possibilità di scelta, ma non la scelta. Una storia drammatica, originale, spiazzante: diciamo che le storie d’amore più conosciute, in cui lui e lei si innamorano perdutamente dell’altro, si lasciano e si ritrovano, per vivere felici e contenti, per quanto ci facciano sentire paradossalmente meglio, non sono altro che uno specchietto per le allodole, che ci lasciano con l’amaro in bocca finché lasciamo a loro la verità. 

Tutto questo per dire che nonostante la drammaticità de “L’inferno invisibile“, ne sono uscita piacevolmente stupita, soprattutto dalla storia che, in sostanza, parte dalla madre, da traumi dovuti al “non amore” e da un semplice neo sulla guancia: l’ossessione di Alessandro, più verso l’amore, che verso le donne della sua vita, è dovuto proprio dal rapporto avuto con la madre. 

Poi ho trovato molto piacevoli anche i finali dei capitoli, che ti lasciano sempre con qualche spunto di riflessione a cui lasciare le armi. 

Un libro, “L’inferno invisibile“, che parla di AIDS, malattia a cui hanno dato pochissima voce; che parla delle milioni di attività perse tra l’indifferenza della gente: “…un posto aperto nel millenovecentodieci e sopravvissuto a guerre e carestie, ma non alla superficialità della gente”, come le librerie più storiche, i ristoranti in piedi dalla seconda guerra mondiale, con le stesse tre signore di allora, a lavorarci dentro. 

Ho adorato Patrizia, troppo buona, troppo innamorata, e ho odiato Alessandro, egoista e masochista, ma le diversità che compongono “L’inferno invisibile“, quelle, le ho amate tutte: “Le persone di fronte alle diversità sono sempre un po’ diffidenti.”, ed è assolutamente vero, ma a essere tutti uguali, che gusto c’è?

Conclusione

Smettetela di girare la testa quando vedete una diversità e ametele, invece di respingerle, quindi prendete “L’inferno invisibile“, perché fa paura, ma è emozionante cambiare visuale.