Recensioni (a modo mio)

Scusa se sono un disastro – Piera S.

Questo non è esattamente il mio genere, ma non mi sono mai parata gli occhi davanti al genere che mi ha fatto ricominciare a leggere e “Scusa se sono un disastro” mi ricorda proprio il mio inizio.

Il romanzo: Scusa se sono un disastro

Scusa se sono un disastro” è un romanzo rosa scritto da Piera S., edito da Cherry Publishing, di 453 pagine. 

Scusa se sono un disastro” si concentra principalmente sulla vita disastrosa della protagonista, Terry Rinaldi, che si imbatte in quella ultramilionaria di Scott McGregor, rendendola una continua lotta con la sfortuna, dal colloquio di lavoro, alla macchina distrutta, dalla cornice rotta, ai muffin al peperoncino. 

Questo porterà i due ad allontanarsi o renderà il tutto più piccante? 

Scrittura scorrevole, semplice e poco articolata.

L’autrice: Piera S.

Piera S, è nata a Nuoro, in Sardegna, nel 1992. Sin da piccola ha sempre letto tantissimi libri, finché un giorno ha conosciuto un’applicazione dove poter leggere e scrivere delle storie e così, una sera, ha provato a scriverne una e ha scoperto una passione nata per gioco, ma che adesso è parte integrante della sua vita. Da lì in poi non si è più fermata e ha continuato a scrivere per far divertire e innamorare i lettori.

È fidanzata con un ragazzo che la incoraggia ogni giorno ad andare avanti, vive in Germania e lavora in un hotel, ma il suo sogno è sempre stato quello di poter pubblicare un libro. Grazie alla Cherry Publishing, finalmente, è riuscita a realizzare “Scusa se sono un disastro“, ma spera che questo sia solo l’inizio.

I personaggi

Scusa se sono un disastro” gira intorno a due personaggi di base: Terry Rinaldi, la protagonista, donna solare e divertente, che emerge proprio per tutto ciò che combina, dovunque vada; Scott McGregor, invece, il titolare del posto per cui farà il colloquio Terry, è un uomo inizialmente freddo e severo, ma bellissimo, che riuscirà ad abbattere i suoi muri lentamente, nel corso del libro, e si dimostrerà diverso da ciò che sembrava nelle prime pagine. 

Scusa se sono un disastro: la mia opinione

Qualche giorno fa ero nella mia libreria di fiducia e mentre stavo dando un’occhiata ai libri, due ragazze molto giovani (avevano circa sui 15 anni) si sono messe dietro di me, al bancone opposto al mio, ad osservare i libri che avevano tra le mani e a ridere e parlare. Su quel bancone (sì, so a memoria la disposizione dei libri, nella mia libreria di fiducia, quindi se Guido volesse assumermi, ne sarei davvero lieta. A proposito “Ciao Guido!”) c’erano i libri con cui quasi ogni ragazzina comincia una passione che, se curata, può diventare davvero molto grande e contagiosa (guardate me), e “Scusa se sono un disastro” è un libro che rientra tra quelli. 

Io cominciai con le favole da bambina, ma ciò che mi fece ricominciare a leggere, sebbene ora prediliga ben altri generi,  in età adolescenziale, oltre agli Harmony, fu anche “Tre metri sopra al cielo”, così quando ho cominciato “Scusa se sono un disastro“, che all’inizio assomigliava in maniera quasi spaventosa a “Cinquanta sfumature di grigio” nonostante fossi abituata a leggere altro, mi sono anche ritrovata a pensare che, alla fine, è lo scoppio che avvia il motore, quando volete accendere il vostro mezzo, e quindi, in alcuni casi, necessari. 

Ho fatto un po’ fatica a finirlo di leggere, data la lunghezza: a mio parere poteva terminarlo molto prima. 

Ciò che non mi è proprio piaciuto è l’uso di stereotipi molto tradizionali e anche molto sbagliati: lui miliardario e lei povera (non si è mai visto il contrario!); lui geloso e possessivo in maniera pressante e lei sottomessa a lui. Questi sono stereotipi che credo possano essere dannosi, per una ragazzina che va a leggere il suo primo romanzo rosa.

Diciamo che libri come “Scusa se sono un disastro” possono essere un inizio, qualcosa da cui prendere spunto per far sviluppare la mente, per capire come volere la propria storia d’amore o come volere la propria vita; possono essere qualcosa per tornare indietro nel tempo, per una signora che vuol tornare ragazzina; possono essere il trampolino di lancio, per questo sostengo che siano necessari, ma nel 2021 ormai le storie d’amore sono le più disparate e le più varie: perché non guardare meglio e non andare incontro alla varietà, che il mondo ci propone? 

Conclusione

Se consiglierei “Scusa se sono un disastro“? 

Alle teenagers sì: insomma, si deve pur cominciare da qualcosa, e non tutte le persone potrebbero essere pronte a Dostoevskij.