Recensioni (a modo mio)

Carol – Patricia Highsmith

“Carol” è ciò che tutti temiamo: la rivalsa di donne, che sanno cosa vogliono e fanno di tutto per prenderselo.

Il romanzo

“Carol”, dal nome originale di “Price of Salt”, è stato scritto da Patricia Highsmith, della casa editrice Bompiani e contiene 284 pagine.

“Carol” si snoda in una tortuosa storia d’amore, di conflitti sociali e tabù esistenziali, che porterà ad affrontare tematiche delicate in un periodo carico di bigottismo e ignoranza, celati dietro un bicchiere di champagne.

Una storia tra due donne che prenderanno consapevolezza del sentimento e delle circostanze che saranno inevitabilmente diverse, ma bellissime. Questo però non le fermerà: saranno coraggiose nonostante tutto. Nonostante tutti. 

L’autrice: Patricia Highsmith

Patricia Highsmith è nata a Fort Worth, nel 1921. Nel 1995 muore, dopo aver trascorso quasi l’intera vita tra Francia e Svizzera.

Patricia Highsmith è un’autrice determinata, decisa, e senza ombra di dubbio che non si fa abbattere da niente e nessuno: ora vi spiego il perché. 

Prima di “Carol”, scrisse un altro libro, “Sconosciuti in treno”, un giallo , che per lei di giallo non aveva niente, e questo particolare la fece diventare un’autrice di gialli. 

Quando ebbe l’ispirazione per “Carol”, si interrogò sul fatto che avrebbe deluso chi pensava che dalle sue mani, sarebbero usciti esclusivamente dei gialli, ma non si fece demoralizzare, andò avanti e seguì il suo istinto, non badando alle etichette. 

Andò dalla stessa casa editrice, che si rifiutò di pubblicare “The Price of Salt”, più per l’argomento in sè, che perchè non fosse un giallo, credo. Tentò con la seconda casa editrice, che accettò e che la ripagò di non essersi fermata a ciò che volevano gli altri, ma semplicemente a ciò che era e voleva esprimere lei: per me ha già vinto con la storia, figuriamoci con le tematiche del libro e con il libro in sè. 

I personaggi

“Carol” è raccontato dal punto di vista di Therese, una ragazza di diciannove anni, che sta cercando di scoprire chi è e cosa vuole, e mentre la vita le passa attraverso, si improvvisa commessa in un negozio di giocattoli, per racimolare qualche soldo e per arrivare a entrare nel mondo nell’arte della scenografia. 

Therese, però, in alcuni punti del libro, mi sembra anche una ragazza insipida, che si fa trascinare molto da chi ha vicino, perché non ha ancora una personalità propria, che acquisirà alla fine.

In questa ricerca di sé, si porta a dietro una relazione passiva e stancante con Richard, ai limiti del non possibile. 

In talune circostanze, se fossi in Therese, mi sentirei un po’ a disagio, perché sembra che sia addirittura di troppo, in situazioni in cui è presente anche l’amata.

Carol compare al negozio,  mentre Therese sembra inerme, di fronte a una vita vuota, fatta di banalità, ed entrambe decidono di rischiare tutto, contro una società becera, la loro intera esistenza, per un amore senza confini. Carol, una donna forte e fragile al tempo stesso, madre di Rindy, ex moglie di Herge e migliore amica (oltre a ex amante) di Abby, che ama se stessa più di quanto il mondo detesti ciò che arriverà a portarla alla verità, alla sua verità. 

Carol: la mia opinione

“Carol” l’ho conosciuta grazie al film, diretto da Todd Haynes, sceneggiato da Phillis Nagys, basato, ovviamente, sul romanzo del 1952 “The Price of Salt”: le protagoniste sono identiche a come le descrivono nel libro.

Quando vidi per la prima volta “Carol”, per me fu un momento da imprimere sotto pelle, più per le circostanze, che altro, in realtà: ero seduta su un tappeto vecchio un secolo, a mangiare pizza, in compagnia di una donna più grande di me, nella città dei libri ed in quel momento, in quel preciso momento, mi sono sentita come Therese, insicura, ma estremamente libera. 

Ci rimase un pezzo di me, su quel tappeto, ad annusare l’aria intrisa di vita. 

Cos’è “Carol” per me?

“Carol” è amore in un’epoca sbagliata, è la lotta che si compie ogni giorno per trovare il nostro vero “Io”, in mezzo a ciò che la società ha classificato come spazzatura; “Carol” è sapore amaro, per un pugno nello stomaco, è una camicia di forza contro la voglia di liberarsi, è sentirsi soli in mezzo a tanta gente; “Carol” è voglia di dar voce a chi non può farlo, è la voglia di urlare davanti ad ogni forma di odio e dire “Io sono fatto così! E tu? Sai come sei fatto?”.

Conclusioni

“Carol”: amore in ogni sua forma. 

“Carol”: lotta contro il bigottismo e l’ignoranza. 

“Carol”: spazio a sé stessi.