Recensioni (a modo mio)

Tinderlist – Davide “Omino” Priore

Mi son trovata abbastanza in difficoltà a scrivere la recensione di “Tinderlist”, perché conosco la persona che lo ha scritto, e dividere le cose non sempre è facile, ma spero di esserci riuscita, perché questo libro merita di essere letto.

Il romanzo

“Tinderlist” è una raccolta di disagio sociale, sotto forma di racconti comici, talvolta molto tristi, che comprendono locali per scambisti, pratiche BDSM, sentimenti contrastanti ed esibizionismo: praticamente comprende un po’ anche me (Attenzione: questo non sta a significare che ambienti come quelli nominati, siano un concentrato di disagio sociale e basta: ve lo assicuro, non è così). 

“Tinderlist”, scritto da Davide “Omino” Priore, un soggetto da “evitare” e da non voler bene, nel 2019, in realtà tratta di tematiche psicologiche piuttosto attuali ed evidenti, che ormai fanno parte della nostra società di oggi, come, ad esempio, il riempire il vuoto con qualsiasi, e dico qualsiasi, persona o cosa ci capiti sotto mano, senza voler mai fare i conti con il momento in cui si torna a casa e ci si copre con coperte di lana, che non sono mai del tutto calde, mai del tutto sicure. 

Il romanzo è suddiviso in storie, nomi inventati e vicissitudini varie: ammetto che non amo, generalmente i racconti, e ho fatto fatica a portarlo a termine solo per il semplice fatto che uscivo da una storia, per entrare in un’altra, ed è stato “faticoso” (può sembrarvi una stupidaggine, ma coi racconti mi succede questo), però la scrittura di Omino è stata a dir poco coinvolgente e spiritosa, un concentrato di vita dietro alle quinte. 

L’autore: Davide “Omino” Priore

Davide “Omino” Priore, nato nel 1983, e autore di Tinderlist, è un attore comico, che insegna improvvisazione teatrale all’Accademia Bresciana Improvvisazione Teatrale, uno scrittore e ha partecipato a molte serie TV, tra cui Lucignolo, per il quale aspettavo sempre notte tarda per vederlo, e finiva che mi addormentavo all’inizio, Chiambretti Night, il Grande Fratello Vip, come molestatore seriale (scherzo, ma non troppo) e tanto altro. 

Omino è qualcosa di esponenzialmente pericoloso: anche lui ha i suoi vuoti, anche lui ha i suoi disagi, come tutti noi, e questo lo so, perché l’ho conosciuto davvero, quel bastardo, quindi lo so, e credo sia questo ad averlo portato in un limbo in cui attrae solo persone che non stanno profondamente bene, e tramite lui, arriveremo ai suoi personaggi; è umano, ed è pericoloso perché a sua volta rende umano chi ha di fronte, facendolo ridere, o perforando la corazza di grafene, che si ritrova ad aver costruito; e infine, è pericoloso perché la voragine la sente, ha la consavolezza di non vedere più la riva, ma continua a nuotare, perché vorrebbe solo riempire quei vuoti, con qualcosa che abbia il sapore di “casa”.

I personaggi

Se dovessi parlare di ogni personaggio di “Tinderlist”, ci scriverei tranquillamente un altro libro, sulla psicoanalisi di ognuno di loro, ma non ne sono in grado e sarebbe lo studio di una vita. 

“Tinderlist” è il vuoto creato dai pixel di un computer; è il fattore derivante dei social; è la ricerca della costante approvazione; “Tinderlist” è la vita aldilà degli schemi sociali; è la paura di non essere mai abbastanza, mai all’altezza, mai niente e basta. 

I personaggi di “Tinderlist” racchiudono la sostanza all’interno del contenitore del ventunesimo secolo, e in quel contenitore, se posso permettermi di dirlo, si sta cominciando a stare molto stretti, perché, non siate permalosi, ma più si stringe una persona sul sociale, più le si danno cose malsane, più queste persone tendono a buttarle fuori in maniera del tutto nociva. 

Cosa sarebbe “Tinderlist” senza questi personaggi?

Il nulla. 

Tinderlist: la mia opinione

“Tinderlist” è il concentrato perfetto della psicologia umana contemporanea: vuoti di stomaco, scudi fatti di risate, mani alzate in segno di resa a se stessi, occhi bassi e tastiere fin troppo cliccate. 

“Tinderlist” affronta l’autodistruzione e il vuoto esistenziale, attraverso se stesso, come se non avesse altro modo per capirlo, e seppur possa sembrare strano, a volte non c’è davvero altro modo per capirlo: insomma, per capire che i broccoli non vi piacciono, non potete farli sentire ad un vostro amico, no? Per non parlare di altro. 

Il centro di ogni cosa sono le persone, che cercano altre persone, in un costante e infinito loop, solo che come nostro solito, tendiamo a strafare, ed è forse questa la nostra malattia? 

Eccediamo in gelosia, e va male, a volte malissimo. 

Eccediamo in possessione, e va male. 

Eccediamo nelle emozioni che ci fanno vivere, come una droga, per poi precipitare in quell’abisso della dipendenza dall’eccesso. 

É forse questa, la nostra più grande malattia?

Altro che Covid. 

Conclusioni

“L’animo umano ha bisogno di evasioni e non si deve negargliele. Ma lo scopo di un’evasione è che poi si torna sempre sulla strada principale”, e se volete capire se siete o no sulla strada principale, acquistate “Tinderlist”: potrebbe essere la vostra salvezza, o la vostra più grande emorroide.