Recensioni (a modo mio)

Ora dimmi di te – Andrea Camilleri

In questa recensione di “Ora dimmi di te”, di Andrea Camilleri, troverete emozioni su carta. Troverete insegnamenti che solo un grande come Camilleri riesce a trasmettere. Troverete la storia. Troverete un uomo che ha lottato per i suoi ideali, prima di tutto, ma anche uno scrittore considerato uno dei più grandi, in Italia.

L’autobiografia

“Ora dimmi di te” è un’autobiografia di Andrea Camilleri, della Bompiani, che racconta a Matilda, la pronipotina, ciò che ha dovuto affrontare per arrivare a 92 anni, tra fascismo, amori, la televisione, personaggi della letteratura corretti ed influenti e personaggi corrotti, e non sicuramente corretti.

Un libro che si dirama tra insegnamenti, per la pronipotina, ed il rammarico, per non avere fatto di più nella politica, così che potesse evitarci un “avvenire incerto e oscuro”.

Composto da 107 pagine, “Ora dimmi di te” si snoda sotto forma di lettera e tratta la vita piena di Camilleri, guardando il futuro con occhi consapevoli.

Scrittura facile e comprensibile, testo incolonnato, e lettura fluida.

Andrea Camilleri

Guardando all’interno del mondo di Camilleri, e cioè di “Ora dimmi di te”, vedendo le emozioni passarmi accanto attraverso le sue parole, attraverso “occhi di vetro”, così trasparenti al ricordo e così scuri alla vista, ho capito che tipo di persona fosse: un uomo anziano, stanco a causa del fisico, che continua a lottare per gli ideali in cui crede, che continua a macinare chilometri con la testa, che continua a far sentire la propria voce.

Un uomo che con la vivacità dei bambini, si tranquillizza.

Un uomo che nel corso della sua vita ha buttato giù tutte le sue paure, le sue ansie, i suoi timori, seppur tantissimi.

Un uomo che ha dettato un intero libro, solo per insegnare a Matilda ciò che ha appreso dalla vita.

Un uomo che si è distinto, e continua a farlo, con forza, caparbietà e coraggio.

Un uomo che ha la consapevolezza di essere alla fase finale e che, nonostante questo, guarda in faccia la morte e si racconta per essere ricordato, si racconta per venire compreso.

Un uomo con la capacità di piazzarci davanti ad una realtà fredda e dura, ma non per questo meno tangibile e concreta.

Un uomo che si affaccia sul dirupo, senza la paura di mostrarci le fragilità e gli insuccessi: a scuola, come spiega nel libro, non andò mai benissimo, non amava stare in “gabbia”, neppure ad educazione fisica.

E senza la paura delle vertigini al pensiero di Hitler: da lui tanto odiato.

Un uomo, ed uno scrittore, ed un poeta, ed un attore, e tanto altro, che non solo verrà ricordato per il personaggio che ci ha regalato, Montalbano, ma anche per averci donato perle di saggezza, da custodire negli annali della storia. Un uomo che tende la mano verso il futuro.

Ora dimmi di te: la mia opinione

Mi sono emozionata subito, alle prime pagine, ebbene si.

Camilleri ha un modo di scrivere, all’interno di “Ora dimmi di te”, che porta al rispetto e al totale “ascolto”; che porta a volerne di più, in un mondo che dà sempre di meno; che porta a cogliere una bellezza oramai remota, tra nonno e pronipote; che porta a chiedersi se si sta facendo abbastanza, se si è abbastanza; che porta ad avere, da un buon libro, ciò che si dovrebbe avere: emozioni, dettagli su cui riflettere, cultura, cambiamenti di pensiero; che porta ad infrangere i propri spazi mentali, per sconvolgerli ed assicurarsi che non ci siano più transenne, capaci di rendere tutto uguale; che porta ad amare la letteratura, ad amare l’autore, ad amarsi, ancora di più, in maniera folle; che porta ad altri libri, ad altre storie, ad altri personaggi, ad altri autori, ad un altro mondo.

Conclusioni

Non mi ero mai immersa, prima di “Ora dimmi di te”, nella scrittura di Camilleri.

Ogni volta che mi capita di leggere di un personaggio più o meno noto, che mi colpisce, mi vien voglia di approfondire, di vedere, sentire, tastare le sue creazioni, per me ancora sconosciute. Per questo autore è stato lo stesso: mi ha insegnato a non mollare, a lottare sempre, anche quando si ha tutti contro.

Perché leggerlo?

Perché non leggendolo si perde tanto: si perde la forte personalità di Andrea Camilleri.