Recensioni (a modo mio)

La masochista – Katja Perat

La masochista” è un libro con pecualiarità veritiere, che ti mette di fianco a personaggi di una storia particolare: la nostra.

Trama: La masochista

La masochista”, scritto da Katja Perat, edito dalla Voland Edizioni, è un libro che assume una pelle vera. E questo non solo grazie al fatto che ci siano personaggi veri, ma anche per come viene costruita la storia di Nadezda. 

Partiamo dal principio, con la trama: alla Vigilia di Natale del 1874 Leopold von Sacher Mascoh riemerge dalla foresta di Lemberg con una neonata dai capelli color delle fiamme. 

A questa neonata verrà dato il nome di Nadežda Moser, la masochista, la bambina lupo. 

Nada, chiamiamola col soprannome, dovrà fare i conti non solo con la sua psiche, che deciderà di bloccare l’uso della parola sotto momenti di forte pressione, ma anche con una compagnia notevole, tra cui Freud, il suo psicanalista, e Klimt, da cui cercherà di stare lontana. 

Recensione: La masochista

Tutto questo porterà inevitabilmente Nada ad analizzare il rapporto col padre, Leopold (colui che scrisse “Venere in pelliccia”) e a fare i conti con quell’amore e odio costantemente presenti. 

Si ritroverà incatenata in una vita che non le appartiene e costretta da mura che lei stessa ha eretto. 

La masochista” è un libro femminista, da ogni punto di vista, partendo dal padre Leopold, alla stessa Nada, da Emilie Flöge, colei che cerca di liberare le donne dalla costrizione del bustino, a Helene, la sorella del marito di Nada, che tiene le parti di Nada nel (spoiler) tradimento che avverrà. 

La masochista” ha personaggi letterari magnifici, soprattutto dal momento che Nada essendo la figlia di Leopold von Sacher Masoch, riscontrerà diversi problemi psicologici, per i continui sbalzi di suo padre, dal sesso estremo, alle sparizioni, dai cambi di amante, all’amore malato. 

Un’altra cosa che mi ha stupita de “La masochista” è stato il fatto che nonostante si trattasse di un romanzo riflessivo, non lo abbia trovato minimamente ponderoso, anzi è stato filato e intimo. 

La masochista” stupisce con quanta facilità riesca a descrivere dei vuoti e delle difficoltà psicologiche lasciate da persone che hanno sorretto, e sorreggono, generalmente l’infanzia di una persona.

Ci sono mille motivi per cui possiamo fare quello che facciamo, ma l’infanzia e l’adolescenza avranno la maggior parte delle risposte, che noi sul momento non riusciremo nemmeno a vedere.

La Voland edizioni mi ha sorpreso in positivo, lo devo ammettere. Non avevo mai letto niente di questa casa editrice e ci sono stati diversi dettagli a destare la mia approvazione: la menzione, sotto alla scrittrice, della traduttrice, la biografia della traduttrice, Patrizia Raveggi, oltre che quella di Katja Perat e il fatto che dietro ci fosse la mail della redazione. 

Ecco, forse quel sapore amarognolo lo devo a un finale, ne “La masochista”, che mi ha lasciata un po’ interdetta (ATTENZIONE SPOILER): essendo, la protagonista, oltremodo femminista, per mantenere coerenza col suo personaggio, non avrebbe dovuto accettare di essere mantenuta dal marito, solo per non esibire il divorzio davanti alla società.

E voi mi direte “Trovami una persona reale che sia davvero coerente con sé stessa”. 

Come darvi torto, in fondo?

Quindi, e qua sto facendo valutazioni in diretta, il personaggio risulta ancora più realistico di quello che mi fossi prefissata potesse essere. 

Conclusione

Ora lo sapete: la coerenza, come la sincerità, è difficile da stanare sia nella realtà, sia nei libri scritti bene come “La masochista“.