Recensioni (a modo mio)

Giorni feriali – Fabio Orrico

In questa recensione verrà mostrata la vita da un punto di vista differente, da un altro paio d’occhi, quelli di Emiliano, in “Giorni feriali”. Se ne volete sapere di più, buttatevi, sia che si parli di vita, sia che si parli di “Giorni feriali.

Il romanzo

“Giorni feriali” è della casa editrice Italic e contiene 165 pagine. 

“Giorni feriali” sembra un titolo apparentemente senza nessuna forma particolare, perché la prima cosa che pensiamo è la routine, la quotidianità che, prima di questo virus, era qualcosa che la maggior parte di noi non sopportava, ma in realtà è molto di più: questo titolo è la rappresentazione di centinaia di persone e centinaia di eventi che ci portano ad affrontare situazioni pressoché inverosimili, a volte. È questo che succede a Emiliano: si ritrova a lavorare per un’azienda che sta per fallire, con una relazione instabile, un migliore amico un po’ inaffidabile e delle circostanze che porteranno il nostro Emi non solo a prendere decisioni avventate, ma anche a cambiarlo e a fargli scoprire un lato di se che pensava estraneo, ma eccessivamente balsamico, per il periodo che andrà ad affrontare.

Riscopre un lato di se impulsivo, amorevole, per una persona con cui mai avrebbe pensato di legare, e scopre anche il suo dolce e profumatissimo balsamo: Manuela e il BDSM (scopriremo più tardi cosa significa). 

Non voglio svelarvi il finale e l’autore mi ha promesso che per scrivere il romanzo nessun animale è stato maltrattato, però sarà un finale un po’ diverso dagli altri: aprite la mente e immaginate oltre i limiti.

Scrittura estremamente fluida e non si può fare altro che immedesimarsi in Emi, chiedendosi: “Se fossi stato in lui, in una situazione simile, cosa avrei fatto?”.

I personaggi

Il protagonista principale in “Giorni feriali” è Emiliano, un personaggio terribilmente insicuro. Questa insicurezza lo porterà ad appoggiarsi costantemente alla sua ragazza, e lo bloccherà dal portare la sua vita ad un livello successivo. La sua ragazza, Betty, vedendosi in una relazione senza una base solida e senza più una briciola di felicità e buon umore, comincia a essere frustata e provata, tant’è che Emiliano se ne accorge e cerca di non pensarci uscendo con il suo migliore amico, e collega, Ivan: quest’ultimo si innamora, ma vedendosi partecipe di una situazione che a lui non sta bene, decide di reagire in maniera istintiva e senza alcun ragionamento logico, circa. Questo porterà Emiliano a dare sempre più retta ad Omar, figlio della titolare dell’azienda; a cercare sempre di più Manuela, una mistress conosciuta ad una festa con i suoi amici; a conoscere Egidio, che gli offrirà un posto dove stare, ma che non è del tutto chiaro, fin verso la fine; e, infine, a frequentare maggiormente Loretta, collega di Emiliano e… beh, leggete il libro. 

Un gruppo con vita, problemi e storie diverse, ma tutti uniti al fronte di una vita che richiede, costantemente e avidamente, soldi e tempo, e le reazioni di tutti, comprese le nostre, son sempre dovute dalle circostanze che lo richiedono. 

L’autore: Fabio Orrico

“Giorni feriali” non è il primo romanzo pubblicato, di Fabio Orrico: ha scritto anche libri di poesie, romanzi brevi, noir, thriller, una raccolta di scritti sul cinema, ma scopriamo di più sul mondo di questo autore (cliccate qui). 

Giorni feriali: la mia opinione

“Giorni feriali” è una vita reale in pieno svolgimento: è come entrare in un personaggio qualunque, in questo caso Emiliano, e spiare la sua vita, i suoi affetti, le sue abitudini, i suoi segreti, come d’altronde si fa ogni qualvolta si legge un libro, ogni qualvolta si legge o si osserva un’altra vita. È come fare del voyerismo su Emiliano, come osservare la sua intimità, fino a farne piacere personale. In fondo, lo abbiamo fatto tutti quanti, quello di osservare, guardare da una finestra, da un buco della serratura, dall’altro lato del locale: osserviamo in continuazione e siamo continuamente osservati. 

Fabio Orrico, in “Giorni feriali” ci fa entrare in un meccanismo di vita quotidiana, in cui non si può fare altro che sedersi dalla parte del passeggero, nella macchina di Emiliano, e andare al lavoro con lui, accompagnarlo nelle sue cazzate e nelle persone che amerà. 

Perché tutti noi leggiamo libri? Perché tutti noi guardiamo film? 

Tutta una questione psicologica, come sempre: guardiamo gli altri perché proviamo gusto nel farlo, ma anche perché vorremmo essere gli altri, staccando il nostro amato e odiato cervello, dalla nostra odiata e amata vita. 

Questo è facile farlo accadere con copioni banali e scontati, con copioni “da film”: quegli scritti troppo belli e montati per essere veri. 

Quando, però, è un libro come “Giorni feriali” a farti cadere in una realtà diversa, un libro con un’impronta ben dettagliata, che non ha nessuna voglia di quel banale copione; quando un libro che parla di una routine estranea, ma possibile e ben concreta, ci trascina dentro a quelle lettere, quelle parole, quella vita e quelle storie, allora alzo le mani in segno di resa, perché coinvolgere il lettore con un’altra routine, nero su bianco, non è affatto semplice, ma “Giorni feriali” ci è riuscito. Ci è riuscito eccome. 

Conclusioni

Non aggiungerò altro, solo che se non leggerete la mia intervista e non prenderete il suo libro, non saprete mai come finirà, di chi si innamorerà, che cos’è il BDSM: insomma, non saprete mai che apertura mentale e crescita personale potrà farvi raggiungere. Davvero volete perdervi “Giorni feriali”? Fate come volete, io continuo a crescere.