Recensioni (a modo mio)

Il nero e l’argento – Paolo Giordano

Ne “Il nero e l’argento” vedremo il dietro alle quinte di una relazione. Finalmente.

La trama: Il nero e l’argento

Il nero e l’argento”, scritto da Paolo Giordano, edito da Einaudi, è un romanzo che parla del privato di due persone che stanno insieme da anni, affrontano la vita in continuo mutamento e la lasciano scorrere insieme. Il tempo, però, è inesorabile, e si lascia trafiggere dall’abitudine. Questa abitudine che può uccidere, ma che grazie a un paio di occhi a farne da testimone, può sopravvivere. E in questo caso gli occhi a fare da testimone a questa storia d’amore, di casa, del tempo è la signora A. 

La signora A. entra nelle loro vite, con le sue regole domestiche, e le alimenta, fino a renderle vulnerabili in sua assenza. 

Recensione: Il nero e l’argento

Il nero e l’argento” è un romanzo che toglie il fiato. 

In questo caso viene mostrato, come anticipato sopra, il dopo di una storia d’amore. 

Come voi ben sapete le favole esistono da sempre, ma nessuna racconta la favola del dopo, i piccoli momenti di felicità, i piccoli momenti di dissapori, gli screzi, le rotture. 

Il nero e l’argento” racconta proprio questo, il dopo, l’abitudine che diventa un buco nero da cui fuggire, i momenti di solitudine, i momenti di odio e i momenti di amore, le crepe che si possono formare, le verità che vengono a galla di ogni persona che faccia parte della famiglia, le difficoltà, i respiri troppo lunghi, gli occhi chiusi, per non odiare, le lacrime, le parole sbagliate, i momenti sbagliati. 

Tutto, in questo libro, viene a galla e tutto si mostra esattamente così com’è. 

E io, questo, l’ho adorato, perché tendiamo tutti a parlare di quello che va bene, ma non di quello che va male, in una storia. 

L’amore si manifesta sotto diverse forme. 

Io l’ho imparato dai miei nonni, dal loro amore così brontolone, ma così grezzo, come una roccia che non viene mai trasformata per il puro gusto di apparire. 

Ecco, Paolo Giordano ne “Il nero e l’argento” è capace di descrivere anche il dopo di una favola, che c’è sempre, ma che non si vede mai. E lo fa tramite gli occhi del marito di Nora, ma raccontando di colei che è riuscita, con la sua presenza, a raccontare la loro storia, senza troppe parole, ma con molti sguardi e pantofole in ordine: la signora A., prima donna delle pulizie e poi balia del figlio Emanuele. 

Paolo Giordano a raccontare queste cose ha una capacità fuori dal normale: ha una scrittura così limpida e ordinata, precisa e malinconica, che mi chiedo chi possa mai farlo, se non lui. 

Lo confesso: il suo libro più famoso è “La solitudine dei numeri primi”, un capolavoro, dicono tutti, ma spaventoso, dico io. Ho paura di quel libro, a pelle, e ora che ho scoperto il suo modo di mettere una dietro l’altra le parole, posso anche immaginare il perché. 

In questo caso è la signora A. a venir raccontata, come se le due persone, marito e moglie, volessero fare esattamente ciò che lei ha fatto con loro: testimoniarne l’esistenza, quindi gli affetti, le felicità, ma anche i dolori, le imperfezioni, gli sbagli. 

Il nero e l’argento” scava un buco e lo riempie con la realtà e le cose vere, non quelle patinate sui giornali, ma quelle sentite e vissute veramente, quelle che vivono la magior parte delle persone e di cui nessuno parla.

Per questo ho amato “Il nero e l’argento”: la favola del dopo, un pò buia, un po’ luminosa.

Conclusione

Il nero e l’argento” presenta il conto di una vita passata dietro le favole: a volte, si dovrebbe saper vedere, oltre che guardare.