Recensioni (a modo mio)

Balena – Giulia Muscatelli

Balena” lascia nelle mani del lettore delle ferite, delle verità, tutto in una storia: accogliamola.

La trama: Balena

Balena” è la storia di un corpo che cambia e diventa gigantesco, ma è anche la storia di una donna che si riappropria di sé grazie a quel corpo. La morte improvvisa di un genitore è una perdita troppo difficile da sostenere per una bambina. Così, a undici anni, Giulia inizia a cercare di colmare quel vuoto enorme col cibo. Quasi volesse far posto “sotto la pelle che si dilata” al padre che non c’è più, reagisce alla mancanza e al dolore assumendo le sue forme – quelle di “un uomo grosso, un uomo enorme”. Il peso di Giulia passa da 40 a 80, a 96 chili, sembra non fermarsi mai. Poi, insieme al corpo, cominciano a crescere il rifiuto di sé, la vergogna, il senso di colpa, il bisogno di nascondersi. E presto arriva il bullismo dei compagni, ma anche di qualche insegnante, a colpirla e umiliarla ogni giorno persino nel nome, ormai diventato quello di un animale: “Balena”. Fino a quando, con l’aiuto di sua madre, Giulia cambierà ancora e troverà una nuova consapevolezza, un nuovo equilibrio per sé, e un nuovo spazio per “Balena” – non più in primo piano, ma sempre lì. Alternando racconto e riflessione, facendo dialogare il passato con il presente, Giulia Muscatelli scrive un libro coraggioso che sceglie la speranza ma rifiuta le facili consolazioni. Un memoir toccante e acuto che racconta la stigmatizzazione del corpo, il superamento del lutto e la ricerca di un nuovo inizio.

Recensione: Balena

Ho voluto lasciare esattamente la trama fissata per “Balena“, perché non volevo togliere la voce di Giulia Muscatelli (aggiungo soltanto che è edito da Nottetempo, che mi piace da morire come casa editrice). 

Prima di andare sul personale, vediamo la struttura del libro.

Lessico, punteggiatura, niente da dire, si legge in maniera così sinuosa, che ti dimentichi di appoggiare il libro per andare a lavorare. 

Ha una grafica in copertina spettacolare.

Non ha uno stile incisivo, affatto, ma morbido e comprensibile da tutti. 

Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, questo libro è così nudo, nella sua semplicità, che porta il lettore a riappropriarsi di quelle parti vulnerabili di cui non sapeva l’esistenza. 

Giulia Muscatelli ha scritto “Balena” con una consapevolezza tale a cui, sinceramente, cerco di arrivare anche io. Questo libro mi dà l’idea di un vulcano che erutta: è stato scritto con una tale foga, in maniera così istintiva, così trasparente, che non lascia spazio a dubbi. 

Balena” ci ricorda lo spazio di una presa in giro. 

Sì, “Balena” si immerge in un mare sempre aperto, come le ferite. Si immerge per cercare i pesci più belli, quelli che hanno fatto più male, quelli che faranno crescere di più. 

E così, anche il lettore ripercorre un po’ quel suo mare personale e piange, sorride, si ferma a riflettere. 

Questo libro parla anche di me. 

Anche a me hanno chiamato balena e anche a me hanno preso in giro. 

I miei genitori lavoravano così tanto che non riuscivano a stare con i figli. 

Io avevo sei anni quando ho cominciato a mangiare: prima orgoglio, perché vuol dire che è sana, poi preoccupazione. 

Da lì non sono mai cambiata: stesso grasso, stessa pelle, stesso tutto. 

Tante prese in giro. 

Tante risatine alle spalle, quelle che sai che sono indirizzate a te, ma che se non ti giri, forse si dimenticano il motivo per cui stavano ridendo. 

Tanti nomignoli. 

Non voglio parlare di me, ma “Balena” tocca molti di noi e fa capire perché uno potrebbe mangiare così tanto. Il cibo è buono, ma mai più buono di chi siamo, per questo mangiamo: perché “chi siamo” viene ferito, così si apre una voragine, e per sopravvivere a questa voragine, la si riempie, si cerca di non sentire il vuoto, di non vederne la profondità. 

Ancora piango per il mio grasso? Sì. 

Ancora sto male per il mio grasso? Sì. 

Ancora me ne vergogno? In parte sì.

Per questo ho sempre cercato fino a un certo punto della mia vita di passare inosservata e di non fare cose che attirassero l’attenzione su di me: volevo essere invisibile, per non far stare male gli altri e me. 

Non ci sono mai state cose divertenti, piuttosto c’erano cose che potevo fare o cose che non potevo fare.

Balena” rimette tutti sulla stessa lunghezza d’onda: siamo persone con delle ferite, più o meno grandi, che creano vuoti, più o meno grandi, che cerchiamo di riempire, con cose più o meno grandi. 

Le frasi motivazionali non funzionano. 

Le diete spesso non funzionano. 

Le dosi consigliate non funzionano. 

Bisogna arrivare alla base del nodo, per risolvere il nodo. 

Balena” lo dice. 

Balena” ne parla. 

Balena” lo urla. 

Conclusione

Balena” parla di me, ma anche di voi, un po’. 

Non fatevi scappare la possibilità di prendere consapevolezza del fatto che non siete soli. 

Non siamo soli.