Recensioni (a modo mio)

Sono stata nella giungla – Francesca Piazza

Sono stata nella giungla” ci butta in mezzo alla fossa dei leoni: il mondo del lavoro di oggi.

L’autobiografia: Sono stata nella giungla

Sono stata nella giungla” è un’autobiografia di Francesca Piazza, edito dalla Golem Edizioni, di 137 pagine, che racconta, in chiave ironica, della società e del mondo del lavoro di oggi come effettivamente è: una giungla. 

Tra lavori sottopagati, datori di lavoro indisponenti e, a volte, addirittura violenti; tra i clienti “fenomeni” e i colleghi chiaramente stronzi; tra periodi stressanti e qualche sfruttamento qua e là, Francesca Piazza ci riporta alla realtà dei fatti: trovare un lavoro degno di avere questo nome diventa sempre più difficile. 

Ci troviamo davanti ad un periodo inesorabile e sconfortante e per questo ci dovrebbe essere comprensione, se non da entità superiori, dalle persone che prima di noi ci sono passate, eppure vi assicuro che non è così. 

Francesca Piazza in “Sono stata nella giungla” non fa altro che metterlo nero su bianco, in una continua ricerca del marcio in una società in cui trovare del sano è raro. 

Parla al posto di tutti noi. 

Ha una scrittura chiara, semplice, pulita e intrisa di amara consapevolezza. 

Uno scritto in cui ci rispecchiamo in molti, chi nei datori di lavoro (spero per pochi) e chi nel dipendente, o cercatore di monete d’oro. 

Sono stata nella giungla” ha un lessico ineccepibile, sotto ogni punto di vista, tuttavia ho trovato lo scritto un po’ giudicante e avrei incluso maggiormente aneddoti personali che non riguardassero essenzialmente la parte lavorativa, ma mi ha fatta sorridere e lo consiglierei a qualcuno che è stato o è nella stessa posizione della scrittrice: un po’ in alto mare, ma con l’ironia sotto la pelle. 

L’autrice/I personaggi

Francesca Piazza, giovane mamma di Torino con la passione per lo yoga e i lavori sbagliati. Una laurea in giurisprudenza nel cassetto e l’amore per la cucina vegetariana. Attualmente si occupa dello sviluppo commerciale dell’azienda di famiglia e sta scrivendo il suo secondo romanzo. Il primo è nato durante il lockdown con lo scopo di raccontare le sue avventure nel mondo del lavoro che ben si prestano a rappresentare la storia universale di molti giovani. Attraverso le pagine della sua storia ha voluto non solo condividere il crescendo di esperienze ed emozioni tipiche ma anche le progressive consapevolezze che si acquisiscono nell’affannosa ricerca di un proprio posto nel mondo.

Francesca Piazza è senz’altro un personaggio esuberante e spigliato, capace di mettersi alla prova costantemente e senza alcun tipo di paura, o quasi. 

Ci ricorda che buttarsi fa un po’ male, ma poi passa e che la vita non si vive mai due volte di fila nello stesso identico modo. 

Ci ricorda anche che può succedere di sottostare ad altre persone un filo prepotenti, ma non bisogna mai abbassare la testa, quando ci viene calpestato il nostro prato fatto di rispetto ed educazione. 

Quindi sì, va bene mettersi in gioco, ma non giocandosi l’anima. 

Sono stata nella giungla: la mia opinione

Sono stata nella giungla” l’ho trovato esilarante sì, ma anche duramente veritiero: difatti, come scritto sopra, rappresenta la realtà di moltissimi giovani di oggi, che si ritrovano a dover lottare ogni giorno con un piano sociale ed economico devastanti. 

Come dice Francesca Piazza “Non c’è spazio per la fragilità nel mondo del lavoro, i deboli non fanno carriera. Devi buttarti, non puoi avere paura.”, e nonostante sia profondamente ingiusto, è proprio così. 

Ma come fare a non avere paura? 

Come si fa a non avere paura quando da un lato ci troviamo stipendi miseri e dall’altro l’affitto da pagare? 

Come si fa a non avere paura quando da un lato ci troviamo i “padroni” che violentano, denigrano, umiliano, discriminano (in questo caso, se dovesse essere successo anche a voi, denunciate la cosa, parlatene con qualcuno: non dovete sopportare in silenzio solo perché pensate sia una cosa da niente. Questa è violenza.) e dall’altro la solitudine con nessuna mano tesa? 

Come si fa a non avere paura quando non ci lasciano altro che avere paura? 

Sono sicura che anche voi, almeno una volta nella vita, vi siate sentiti dire la frase “Sì, ma io alla vostra età saltavo i fossi per la lunga e facevo tre lavori insieme!”. 

Ha ragione, e so anche che all’epoca c’erano sicuramente altri tipi di problemi, ma può parlare così solo una persona che non ha vissuto questo cambiamento nel mondo lavorativo, solo chi è gia in pensione, solo chi non si è affacciato a questo tipo di realtà fin troppo presente. E fa rabbia, quando ce lo sentiamo dire, perché vorremmo avere semplicemente la possibilità di vivere, non di sopravvivere. 

Io sono stata fortunata: ho dei genitori che mi hanno fatto trovare un’attività già avviata, un lavoro già pronto, una mano già tesa, ma vi ribalto la stessa paura vista da un’angolazione diversa: ho il terrore di uscire da un lavoro sicuro, nonostante questo non sia qualcosa che mi rende serena. 

Sia ben chiaro, non per colpa dei miei genitori, ma piuttosto di un lavoro che non fa al caso mio. Semplicemente questo. 

E allora “Sono stata nella giungla” un po’ lo capisco anche io: la giungla sembra infinita, crudele e piena di insidie, ma se si riesce a trovare un posto, all’interno di essa, che fa sentire in pace con sè stessi, allora si è vincitori di qualcosa di più grande. 

Conclusione

Sono stata nella giungla” lo consiglio a chi non si vuole arrendere al mondo in cui ci ritroviamo a vivere. O sopravvivere?