Fatti e misfatti personali

Gita a Venezia

Qualche mese fa sono andata a Venezia con il mio compagno e, tra pioggia e disagi, siamo riusciti a godercela comunque. Semplicemente meravigliosa.

La mia esperienza

Cominciamo questo pezzo dalla cosa che mi ha colpito, in senso prettamente negativo, della mini visita a Venezia: i ponti con decine, e decine, e decine di scalinate. 

Lo so, è un mio problema, ma mai avrei pensato di attraversarne così tanti, senza sapere, perché il mio compagno me lo ha detto quando siamo tornati alla macchina, che si poteva prendere una specie di traghetto che ci avrebbe portati fino a Piazza San Marco, quindi potete immaginare il mio disappunto. 

Per il resto è stramaledettamente meravigliosa, poetica, incantevole e, al tramonto, ipnotica, questa Venezia. 

Si lascia attraversare da vicoli strettissimi, chiamate calli, che si aprono a meraviglie impensabili, come la libreria Acqua Alta, piena di libri, emozioni, determinazione e voglia di salvare la cultura, vista su carta, nel suo insieme più grande; o la Piazza San Marco, immensa e bellissima, circondata da una porticato con negozi e bar di lusso (spiacenti, questo è il massimo che posso dirvi, su di essi). 

Era una giornata fredda e ci eravamo infagottati in due K-way, che avevamo comprato appositamente per la visita a Venezia.

Tra un souvenir e l’altro, tra negozi che lavoravano il vetro e negozi piene di maschere enormi e stupende; tra scalini , libri, ponti e il tempo che ci ha decisamente graziato, sono riuscita ad abbracciarla, seppur per la frazione di poche ore. 

Venezia è una città molto particolare, vedere tutto in maniera esterna, per me che non l’avevo mai vista, è stato stupefacente: è stato stupefacente vedere i bambini correre, senza aver paura di una macchina in arrivo; stupefacente vedere una delle più belle librerie del mondo, impregnata dall’odore della carta; stupefacente vedere quante cose l’Italia ha da offrire e quante, anche, ne abbia da togliere, perché Venezia non si dimentica, ma neanche cosa la natura sia in grado di fare, o cosa si spenda di parcheggio, si riesce a dimenticare facilmente. 

Conclusioni

Andateci, a Venezia, ammiratela come fosse un’opera d’arte e raccontatela, a voi stessi e a tutto il mondo: le emozioni vanno vissute, ma anche condivise. Sempre. 

Fra pochi giorni uscirà anche la lettera a Venezia, perché sì, scrivo alle città delle lettere, come fossero persone: anche loro sono emozione pura; anche loro sono altrettanto vive.

Vista da uno dei ponti di Venezia.